La leva calcistica del ’25: il lato umano dello sport. Articolo di Simone Andrani

Nello sport e, in generale nella vita, vi sono momenti in cui si è chiamati a scegliere verso che direzione andare; saperlo fare non è solo una questione di tecnica o strategia: è un atto di cuore, di consapevolezza profonda, di intelligenza emotiva.  Proprio da questa visione nasce una realtà tutta italiana, capace di parlare al lato più umano dello sport. Si chiama “Human Data Intelligence”, ed è molto più di un’azienda: è un nuovo modo di pensare, sentire e vivere lo sport; un progetto che mette al centro la persona, con le sue emozioni, i suoi sogni e le sue scelte. A dire il vero, il cambio di rotta non scaturisce dai numeri, ma da tutte quelle persone che lavorano con essi e che , con coraggio e visione d’insieme, scelgono ogni giorno di fare la differenza.

Fondata da Rocco Baldassarre e Andrea Schiassi – originari rispettivamente di Castrignano de’ Greci e Milano – “Human Data Intelligence” porta nel panorama sportivo internazionale uno sguardo nuovo e profondamente umano. L’atleta, secondo i suoi creatori, non è solo un corpo da allenare o un numero da monitorare, ma una persona da comprendere, valorizzare, e mettere in sintonia con il resto del gruppo. Per entrare nell’ottica di Rocco e Andrea, ogni squadra andrebbe concepita come un’orchestra sinfonica o una band jazz in cui, ogni elemento deve essere accordato, sensibile al ritmo collettivo e pronto all’improvvisazione controllata; quello che viene promosso è, in sostanza, un approccio che fa coincidere la dimensione individuale con quella collettiva, abbinando scienza e sensibilità, dati e emozioni, tecnologia e cultura.

Così come ne La leva calcistica del ‘ 68 De Gregori esorta il giovane Nino a non scoraggiarsi per aver sbagliato un calcio di rigore perché “non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”, Human Data Intelligence va oltre la prestazione visibile, scavando nei dettagli invisibili e, dunque, focalizzandosi sulla mentalità, sulle emozioni, nonché sulla capacità di reagire e interagire. È un lavoro da direttori d’orchestra, dove ogni elemento umano deve trovare il suo tempo, la sua armonia, la sua voce.

Ma cosa fa esattamente “Human Data Intelligence”?

Questa innovativa azienda sviluppa strumenti avanzati per analizzare i profili psicologici, comportamentali e culturali degli atleti, offrendo ai club la possibilità di costruire squadre più affiatate, resilienti e pronte a “suonare” insieme con precisione e intensità. I suoi principali ambiti d’intervento sono tre

  • Adattabilità e Coachability (Allenabilità) – Come un musicista che cambia tonalità senza perdere il ritmo, un atleta deve essere pronto a recepire indicazioni, adattarsi, crescere. Human Data Intelligence misura questa duttilità, rendendola un vantaggio competitivo.
  • Relazioni e Coesione – Nessun gruppo funziona se i membri suonano da solisti. È la sintonia tra gli elementi a fare la differenza, come nei Beatles o nei Pink Floyd, gruppi che hanno fatto la storia della musica, poiché capaci di riprodurre suoni diversi, conservando un’identità comune. L’azienda analizza e sviluppa la capacità di creare legami forti e armonici tra i giocatori.
  • Forza Mentale – “Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore”: è in quei momenti che serve lucidità, coraggio e concentrazione. Human Data Intelligence valuta la tenuta mentale dell’atleta nei momenti di massima pressione.

I dati raccolti non sono numeri freddi, ma note su un pentagramma che, se interpretate con competenza, compongono la colonna sonora di una squadra. La creatura dei nostri illuminati connazionali, seguendo questo invisibile spartito, cerca di servirsi delle informazioni raccolte, con lo scopo di definire strategie capaci di potenziare le tecniche di allenamento, supportare il reclutamento e migliorare la cultura sportiva. “Human Data Intelligence” immagina un futuro in cui la scienza dell’essere umano sia al centro della preparazione atletica e in cui, qualunque atleta non venga più considerato solo come una semplice pedina, ma bensì come una chitarra che, se ben accordata, è in grado di dar vita a melodiose sinfonie.

Coloro che accettano e accetteranno di servirsi di questa rivoluzionaria invenzione, devono essere pronti a fare delle scelte finalizzate a creare una certa armonia, dunque a seguire lo spartito e il metodo più adatto a trasformare il talento in musica vincente. Nel gioco, come nella musica e nella vita, ciò che fa la differenza è il saper ascoltare l’altro, il rispettare le pause e i crescendo, ma soprattutto il suonare insieme; tutte cose che, ultimamente, stanno sempre più assumendo tratti fantascientifici.

Ad ogni modo, “Human Data Intelligence” sembra sia stata ideata per dimostrare che, ognuno di noi, specialmente chi pratica uno sport, non debba essere valutato esclusivamente per i propri errori, poiché citando indecorosamente De Gregori: «Un giocatore si giudica dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia».

Tutti noi, nel nostro piccolo, vestiamo quotidianamente i panni dell’atleta o del musicista perché, ogni giorno siamo chiamati a sostenere delle prove che ci dovrebbero spronare a comprendere e superare i nostri e gli altrui limiti.

Simone Andrani