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Inaugurazione e intitolazione immobile confiscato. Il comunicato di Libera

Per NOI di Libera o meglio per NOI del Presidio di Libera Casarano “Angelica Pirtoli”, presente in Città dal 29/10/2010, oggi c’è un duplice motivo di fierezza e felicità: la restituzione alla Città e quindi alla collettività di un bene confiscato e la sua intitolazione alla piccola Angelica Pirtoli, la più giovane vittima di mafia d’Italia.
L’entrata in vigore della Legge 109/96 per il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, per la quale Libera indisse nel 1995 una petizione popolare in Italia che raccolse oltre un milione di firme affinché fosse approvata (raccolta effettuata anche a Casarano e Comuni limitrofi), la restituzione alla collettività delle ricchezze e dei patrimoni sottratti alle organizzazioni criminali – colpendole al cuore degli interessi economici – (intuizione di Pio La Torre che fu tra i primi a capire che le mafie andavano colpite nelle loro ricchezze e per questa intuizione pagò con la vita il 30/04/1982 il suo coraggioso impegno) è diventata, con il trascorrere del tempo, un’opportunità di impegno responsabile per il bene comune. Lo Stato, con la citata legge,ha spostato l’asse del contrasto alle associazioni criminali dalla mera repressione ad un insieme di azioni positive a favore della collettività colpendo i mafiosi nei loro punti deboli: ricchezza, guadagni e consenso sociale.
Libera non gestisce direttamente i beni confiscati alla criminalità organizzata, ma aiuta nella costruzione di processi di partecipazione e di rete, promuove interventi formativi e di progettazione partecipata utili a rendere i beni confiscati risorse in grado di attivare processi di sviluppo locale e accrescere la coesione sociale.
La dimensione etica dei percorsi scaturiti dalle oltre e più di 1000 esperienze di riutilizzo per finalità sociali dei beni confiscati si trova, infatti, nella corresponsabilità che ha trasformato quei beni da esclusivi a beni comuni e condivisi: “Le mafie restituiscono il maltolto”!
In questi 30 anni abbiamo assistito a un lavoro straordinariamente innovativo, un percorso di forte riscatto civile. Un enorme lavoro corale, insomma, che dopo 30 anni ci chiede però uno scatto ulteriore di impegno, intelligenza e determinazione.
La Legge (109/96) può essere migliorata, potenziata sia nel dispositivo che soprattutto nell’attuazione. C’è però una debolezza strutturale dello Stato nei confronti delle mafie che vive di lungaggini burocratiche, disordine normativo, competenze non sempre adeguate.
Non possiamo permettere che tutto questo si traduca in un messaggio pericoloso: cioè che la Legge 109 è un bluff, uno specchietto per le allodole, nient’altro che un giocattolino per illudere gli onesti.
A questo puntano le mafie e i loro boss: dimostrare che loro alla fine comandano comunque. Come quando attraverso persone compiacenti tornano facilmente in possesso dei beni confiscati, quando allontanano chi vuole farsene carico attraverso intimidazioni e minacce, quando colpiscono le cooperative agricole con atti di boicottaggio o ancora fanno fallire le imprese a loro sottratte, grazie alle influenze che esercitano a livello economico. Tutto questo non può e non deve più accadere. I mafiosi devono sapere che c’è tanta gente che non ci sta!
Esprimiamo, infine, come Libera due forti preoccupazioni:
la prima, a valere in campo nazionale, riguarda l’accordo firmato il 4/4/2025 tra l’ANBSC (Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata), CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro ) e MIMIT (Ministero delle Imprese e Made in Italy) sul tema della destinazione dei beni confiscati alle mafie in generale ed in particolare che gli enti locali possano mantenere centralità nella filiera di destinazione come richiede la normativa antimafia.
La seconda, a valere in campo locale, riguarda lo stato di abbandono e degrado in cui versano alcuni degli immobili facenti parte del patrimonio indisponibile del ns. Comune che meriterebbero almeno degli interventi di pulizia, mantenimento e messa in sicurezza tali da garantirne la conservazione al meglio in attesa di possibili finanziamenti destinati al loro riutilizzo. Lasciarli nel più totale abbandono e degrado si tradisce lo spirito della legge e si fa un grosso favore alle mafie e ai corrotti. Così vincono loro!
Oggi in Italia e qui a Casarano raccogliamo i frutti di 30 anni di una buona legge, ma già si stanno seminando nuove idee e nuovo impegno, che presto si tradurranno anche in numeri nuovi.
In una cosa da sempre speriamo di “perdere il conto”, ossia: il numero di persone che sceglieranno sempre più la strada del rispetto delle regole e quindi della legalità.

Il Referente del Presidio Libera di Casarano “Angelica Pirtoli”
Avv. Francesco Capezza