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Scontro tra generazioni o grido di protesta? Polemica sulla scritta “Non è un paese per vecchi”

Dopo la condanna dell'assessore Gatto, interviene l'ex assessore Aldo Torsello: "Non è mancanza di rispetto, ma un grido di chi si sente ignorato". Il dibattito si sposta sulle politiche giovanili

dalla Redazione

Dal vandalismo al caso politico

Quella che sembrava una semplice vicenda di inciviltà si è trasformata in un acceso dibattito politico e sociale a Casarano. La scritta “Non è un paese per vecchi”, apparsa sulla strada d’accesso al Centro Polivalente per Anziani, ha fatto esplodere polemiche che vanno ben oltre il gesto in sé.

Dopo la dura condanna espressa dall’assessore ai servizi sociali Daniele Gatto, che aveva definito il gesto “grave e offensivo”, sono arrivate reazioni che ribaltano completamente la prospettiva della vicenda.

La risposta di Aldo Torsello: “È un grido, non una mancanza di rispetto”

A prendere posizione è stato l’ex assessore Aldo Torsello, che in un intervento sui social ha difeso il significato più profondo della scritta contestata.

“Non è una mancanza di rispetto verso gli anziani — che per me rappresentano memoria, radici e valori — ma un modo per dire: ci siamo anche noi”, ha scritto Torsello, spostando l’attenzione sul disagio giovanile.

Secondo l’ex amministratore, il vero problema non sarebbe la scritta ma “anni di totale assenza di risposte” alle esigenze dei giovani: “A Casarano i giovani non sono stati messi al centro di nulla. Non ci sono politiche, non ci sono spazi, non c’è una visione che li coinvolga davvero”.

“Invece di indignarsi per la scritta, indignatevi per l’assenza di politiche”

Torsello ha lanciato una provocazione diretta all’amministrazione comunale: “Invece di indignarsi davanti a una scritta per terra, bisognerebbe indignarsi per anni di totale assenza di risposte”.

Un passaggio che suona come un atto d’accusa verso la gestione attuale: “I ragazzi si sentono ignorati, e quando una generazione non viene ascoltata… prima o poi alza la voce”.

L’ex assessore ha concluso rivendicando il diritto delle nuove generazioni a essere protagoniste: “Con profondo rispetto per chi ci ha preceduti, ma con la ferma convinzione che il futuro non si costruisce guardando solo indietro”.

Casarano Oggi: “Non è contro gli anziani, è contro chi li ignora”

Anche l’aggregatore di informazioni locali Casarano Oggi ha offerto una lettura alternativa dell’episodio, definendo “esagerata” la reazione dell’assessore Gatto.

“In realtà, interpretando meglio le intenzioni degli ignoti autori, quella scritta non è contro gli anziani, non voleva mancare di rispetto a nessuno”, si legge nell’articolo, che punta il dito contro “lo stesso assessore che in questa Consiliatura ha ignorato completamente i giovani e le loro necessità”.

Il nodo delle politiche giovanili

Ciò che emerge con forza dal dibattito è una questione strutturale: l’assenza o l’insufficienza di politiche dedicate ai giovani nel comune salentino.

La scritta, citazione del celebre film dei fratelli Coen, viene così interpretata non come un attacco alla terza età ma come una provocazione per denunciare l’abbandono di un’intera generazione che non trova spazio, opportunità e ascolto nelle istituzioni locali.

Due visioni a confronto

Da una parte l’assessore Gatto, che difende la dignità degli anziani e rivendica Casarano come “un paese per tutti, dove ogni generazione trova spazio e dignità”.

Dall’altra chi sostiene che proprio questa affermazione sia smentita dai fatti, con i giovani sistematicamente esclusi dalle priorità amministrative.

La sfida del dialogo intergenerazionale

Il caso di Casarano solleva interrogativi che vanno oltre i confini locali: come costruire politiche che non contrappongano generazioni ma le valorizzino entrambe? Come dare voce ai giovani senza far sentire trascurati gli anziani?

La scritta dinanzi al Centro Polivalente, al di là delle intenzioni di chi l’ha realizzata, ha acceso i riflettori su un tema cruciale: l’urgenza di ripensare le priorità dell’amministrazione pubblica in chiave inclusiva e intergenerazionale.

Resta da vedere se dalle polemiche nascerà un confronto costruttivo o se prevarrà lo scontro politico, lasciando irrisolte le esigenze di chi — giovane o anziano — chiede solo di essere ascoltato.