
quest’anno anch’io sento il bisogno di scriverti, il bisogno di dirti qualcosa.
Sono una maestra di scuola primaria e, in questi giorni, mentre i bambini mi raccontavano delle loro letterine e dei loro desideri, ho sentito anch’io la voglia di esprimere qualche pensiero di speranza.
Questo è un Natale diverso!
Ognuno a casa sua, davanti al proprio pc o tablet o smartphone, con sullo sfondo il proprio albero addobbato a festa, piccoli presepi luccicanti, cappelli rossi e un gran sorriso sul viso..
Ieri gli auguri di buone feste, a scuola, ce li siamo dati così.
Quest’anno la scuola è iniziata tardi, in presenza, seguendo le regole anti-covid, banchi distanti, mascherine, gel disinfettante..…
Casi sospetti hanno portato alla chiusura dell’Istituto, poi alla riapertura e poi nuovamente alla chiusura, lasciando tanta confusione e disorientamento dovendosi districare da DDI, DAD, piattaforme, live, ordinanze da capire e interpretare, bambini e famiglie da rassicurare.
Ti racconto di me, di noi, ma credo che in molte scuole, di molte città, di tutto il mondo, quest’anno la scuola è stata diversa.
In più di 10 anni di insegnamento, questa è la prima volta che torno a casa, nel mese di dicembre senza brillantini addosso, niente colla a caldo sulle mani, polverine colorate in viso, nastrini appiccicati sui vestiti.
È la prima volta che non si realizzano bigliettini augurali da portare a casa.
È la prima volta che non si addobbano a dovere finestre, porte, corridoi, che non si fa il presepe nell’atrio della scuola.
È la prima volta che non sento sulla pelle l’emozione e il calore dei giorni di festa nelle aule.
Abbiamo fatto giusto in tempo ad ascoltare un paio di canzoni natalizie e un racconto sull’albero di Natale, che presto ci siamo ritrovati nuovamente dietro allo schermo di un computer.
Ed è cosi che ci siamo augurati un felice Natale, cantando e ballando, ognuno a casa sua, ma intonando le stesse note e seguendo gli stessi movimenti. Abbiamo sorriso e abbiamo sperato.
Ecco, caro Babbo Natale, sperato..
Per Natale vorrei che tutti i bambini potessero sorridere senza la mascherina;
Vorrei che non avessero paura di abbracciare un compagno, un amico;
Vorrei poter dire ‘Si, puoi sederti accanto a Francesco e giocare con lui’
Vorrei non sentir parlare sempre di Covid, dentro e fuori l’edificio scolastico;
Vorrei che i bambini ricordassero questo periodo solo per aver saputo usare egregiamente gli strumenti tecnologici;
Vorrei poter abbracciare i miei alunni, dare una stretta di mano, una pacca di incoraggiamento, di rassicurazione;
Vorrei poter tornare a prestare le mie penne, matite e colori, vorrei poter fare cartelloni insieme e lavorare in gruppo;
Vorrei sentir litigare due compagni di banco per una gomma persa, per l’astuccio fatto cadere a terra;
Vorrei poter vedere il loro sorriso e la loro espressione davanti ad un bel voto;
Vorrei tornare a scuola.
Caro Babbo, comprendo la mole di lavoro che hai quest’anno, ma ti chiedo di esaudire i desideri di tutti i bambini e di molti adulti che, come loro, sperano e sognano un domani sereno.
Con stima e affetto
Maestra Valentina