
Bing è un coniglietto tutto nero e Flop è il suo tutore.
Se la moglie del macellaio ha l’anemia, il fratello del calzolaio ha le scarpe rotte e il marito della sarta ha i bottoni penzoloni…il figlio di un insegnante, come minimo, rischia la devianza.
Per invertire la rotta occorre inventarsi sempre qualcosa. L’asilo nel bosco? La psicomotricità? Una rinfrescata al metodo Montessori? Steiner? La manualità? Le campane tibetane? No.
Il trucco è usare bene il nemico in casa!
Prima d’essere proletaria in senso stretto pensavo Bing e Masha fossero solo i personaggi dei palloni ad elio delle feste patronali, poi, pian piano, ne ho visto traccia nelle edicole, sui canotti in mezzo al mare, nelle cartolerie, nei negozi di abbigliamento per bambini e ho capito… ho capito che presto o tardi ci avrei fatto i conti.
Anche nelle famiglie più biodiverse i piccoli cuccioli d’uomo passano qualche scatto di lancette d’orologio davanti alla TV e nemmeno in quell’occasione l’adulto di riferimento può distrarsi, un po’ per responsabilità, un po’ per competizione.
Se lo facesse un giorno potrebbe chiedersi chi insegna delle formule linguistiche di tutto rispetto a un bimbo duenne: chiaramente è merito di Flop, il tutore di Bing.
Il nostro caro amico di famiglia, personaggio principale, è un coniglio tutto nero, con dei grandi occhioni e dei semplici vestiti addosso, non ha mille giocattoli in casa, si diverte anche con poco, legge di tanto in tanto delle storie e somiglia a Calimero.
A volte si sbuccia un ginocchio, fa la pipì addosso, combina marachelle, chiede scusa, bisticcia con gli amici e adora le carote, le ciambelle alle carote, la torta alle carote, il frullato alle carote.
In tutto ciò è seguito a vista da un tutore paziente, dalla voce calda e rassicurante.
Un padre adottivo, singol, animo gentile e ottimo educatore, fatto di pezza. La cosa ancora più stupefacente è che gli altri cuccioli umanizzati, gli amichetti, un’elefantina, un panda, una coniglietta… hanno anch’essi dei tutori, altrettanto pazienti e pacati, di pezza. Beh, oltre a fare educazione alimentare, educazione all’ambiente, educazione linguistica, questo cartone è una seduta di psicanalisi per il genitore: autocritica ad ogni puntata perché «crescere è una cosa da Bing» ma «far crescere i genitori è una cosa da Flop».